Archivio per il 2011
La normalità di una favola straordinaria
Paola e Giacomo sono una bella coppia “normale” di novelli sposi che si sono giurati eterna fedeltà dinanzi all’altare del santuario della Madonna di Loreto. Il loro è stato il classico colpo di fulmine, scoccato mentre prestavano attività di volontariato per l’associazione Rio de Oro che assiste i saharawi, popolazioni nomadi del Sahara occidentale, facendosi carico, in modo particolare, dell’assistenza ai bambini disabili.
In questa attività straordinaria, nei ritagli di tempo libero, erano quindi impegnati Paola e Giacomo quando si sono conosciuti, anzi “ri-conosciuti”, come dicono loro, perché la prima cosa che li ha colpiti è stato un profondo e reciproco senso di familiarità, l’impressione di conoscersi da sempre.
Se la musica va dove la porta il mare
“Strano come la vita più intensa sia raccontata in sintesi dal suono più rudimentale: quello dell’onda del mare”, così Italo Svevo. E tra i marosi appunto, fortemente solida benché la terraferma fosse a parecchie miglia di distanza, nasce questa bella e intensa storia d’amore tra due colleghi, due artisti uniti dalla comune passione per la musica. Lui è Fabrizio Di Gregorio, 45 anni, chitarrista che vive a Cologna Spiaggia, ma solo per pochi giorni l’anno, perché per la gran parte è in giro per terre e (soprattutto) per mari di mezzo mondo, a duettare con la sua Daniela, compagna di viaggio, di vita e di lavoro.
Compie già venti anni il Lotto Zero
Compie venti anni il Lotto Zero, la strada a una sola carreggiata e a due corsie che avrebbe dovuto risolvere in Abruzzo gli enormi problemi di traffico di cui soffre Teramo, collegando il quartiere Cona e quello di Cartecchio con una variante parallela al fiume Tordino. L’Anas annuncia ormai da anni, e a più riprese, che l’opera sarà presto inaugurata. Ma, a venti anni di distanza dalla posa della prima pietra, nessuno ha mai percorso la strada. La storia di questa opera pubblica infinita si può sintetizzare come segue.
Nel 1990, l’Anas appalta all’impresa Sparaco Spartaco i lavori che, appena iniziati, si fermano.
«Ricostruzione e macerie andranno di pari passo»
Ricostruzione e macerie andranno di pari passo. Man mano che la ricostruzione andrà avanti e sarà completata, e questo non potrà accadere prima di dieci anni, il problema delle macerie sarà risolto. A sostenerlo è il presidente della Regione Abruzzo e commissario governativo per la ricostruzione, Gianni Chiodi.
– Presidente, gli aquilani si lamentano del fatto che la ricostruzione non è iniziata.
“La ricostruzione è partita. Ci sono dodicimila cantieri a L’Aquila e undicimila persone che sono rientrate nella proprie abitazioni. Anche la ricostruzione pubblica è partita, con ottanta cantieri già attivati. Se si fa il confronto con altri terremoti, come quello in Friuli, dove la ricostruzione è iniziata dopo quattro anni, siamo in anticipo. Per quanto riguarda i centri storici, la ricostruzione spetta ai Comuni che devono redigere i relativi piani. Attribuire al Governo e al commissario una responsabilità su questo punto, è fuorviante. Abbiamo le risorse necessarie, per la ricostruzione abbiamo a disposizione due miliardi e mezzo di euro liquidi e un miliardo e mezzo in arrivo il prossimo anno dal Cipe. L’ultimo problema sono i soldi”.
Il cuore di Fabrizio che batteva nel corpo di Fernando
Chi vive a Roseto conosce bene quel negozio in pieno centro dove trovi di tutto legato all’elettricità. E’ rimasto il “negozio di Fernando” anche se oggi, dopo la morte, è gestito dalla figlia Cristiana e dove incontri spesso la signora Natalina,la signora Orfini. Entra mentre inizio a parlare con Cristiana, chiede perché di quel block notes e quando scopre che sono lì per raccontare il primo trapianto di cuore ad un abruzzese, suo marito, cortesemente risponde ”Umbè io mi allontano, ho la tristezza nel cuore oggi. Mi ha appena chiamata la mamma di Fabrizio, ho parlato come sempre tanto con lei”.
Fabrizio è morto il 14 gennaio 1987. Così dice il certificato ma in realtà ha dato la vita a Fernando fino al 2006 giorno della morte del signor Orfini. Oggi grazie alle leggi, alla sensibilità personale, alla comunicazione è sicuramente meno complicato trovare un donatore di cuore . Ventitré anni fa era un’altra cosa. La medicina era indietro di due decenni, la mentalità anche. E allora quella mamma di Fabrizio, quella telefonata scambiata da ventitré anni con la signora Natalina assumono valore di storia pionieristica. Fernando Orfini esperto massimo di impianti elettrici da sempre cominciò a non sentirsi bene un decina di anni prima. “Aveva quarantacinque anni” ci dice la figlia Cristiana” per un po’ andò avanti con le medicine poi , lo ricordo benissimo era sempre più affaticato”.