Archivio per il 2014
Pago, un “gigante buono” all’università
Si chiama Pago e pesa circa una tonnellata lo stallone dell’Università di Teramo che parteciperà domenica prossima, 12 ottobre, al Raduno Nazionale Stalloni che si terrà all’ippodromo di Tagliacozzo, al quale ha aderito anche la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo, per la quale sarà presente il professor Augusto Carluccio.
Pago, nato il 1° aprile del 1999, splendido esemplare dal mantello sauro, è uno stallone CAITPR, una razza che identifica «un cavallo mastodontico, usato nelle nostre campagne fino a qualche anno fa, come animale da lavoro e da tiro, stupendo esemplare di una cultura contadina, dove il rapporto uomo-animale era fondamentale».
Teramo rende omaggio all’arte di Alberto Chiarini
Circa cento opere di Alberto Chiarini per la prima mostra antologica che rende omaggio al pittore e artista teramano scomparso prematuramente 26 anni fa. L’esposizione – in tutto circa 60 dipinti e 40 grafiche provenienti da istituzioni, collezioni private e dalla famiglia Chiarini – è promossa dall’associazione culturale “Il Prato Bianco” e racconta per intero il percorso artistico e umano di Chiarini: le prime sperimentazioni dopo l’Accademia di Belle Arti di Roma, il sodalizio artistico con Guido Montauti e l’avanguardia del gruppo “Il pastore bianco” negli anni Sessanta, fino all’evoluzione neosurrealista della maturità. L’antologica Alberto Chiarini (1965-1988) resterà aperta al pubblico dal 6 dicembre fino al 25 gennaio 2015 e sarà ospitata negli spazi della Pinacoteca Civica di Teramo, in viale Bovio.
Mark Kostabi, 11 settembre prima e dopo
Lo schianto. Il fuoco e il fumo. I vetri che esplodono. L’acciaio che collassa. Le Torri, simbolo dell’America a stelle e strisce, che vengono giù sciogliendosi come burro. Il terrore. La consapevolezza di una debolezza mai così vicina e odiosa. L’11 settembre 2001 ha trafitto un prima e un dopo nel cuore della Grande Mela e di ogni cittadino degli Stati Uniti. Ce lo ricorda, a tredici anni di distanza dagli attentati che costarono la vita a circa tremila persone, Mark Kostabi, pittore e compositore, americano di nascita e italiano (si può ormai dire) d’adozione. A New York deve la sua fama artistica, ora apprezzata in tutto il mondo. Kostabi è di casa in Abruzzo e in particolare a Civitella del Tronto. Così, anche se lui è a Otranto quando risponde alle nostre domande, è come se questa chiacchierata si fosse svolta all’ombra del Gran Sasso.
«Il fanciullino non è come ce lo raccontano a scuola»
Francesca Florimbii è nata a Teramo ma vive e lavora a Bologna. Per amore (diremmo) di Carducci e Pascoli (che peraltro insegnarono nel suo stesso ateneo), dato che la sua attività di ricercatrice e docente di filologia della letteratura italiana si è da sempre indirizzata verso lo studio di questi e altri importanti autori italiani situati tra Ottocento e Novecento.
Il risultato sono un bel po’ di pubblicazioni che ruotano intorno a un argomento non facile ma molto affascinante. La incontriamo nella sua città di origine, alcuni giorni prima di convolare a nozze con il marito, bolognese, nella chiesetta di Castagneto dove si sposò anche la madre.
Chiarini, dall’Uomo Fiammifero al film con Cerami
Il regista? «È la lente deformante attraverso cui vedere la realtà. Partendo dalla realtà e tornando alla realtà». La definizione è del regista teramano Marco Chiarini, che incontriamo in un caldissimo pomeriggio di inizio luglio. Bastano pochi minuti, mentre sorseggiamo un caffè, per capovolgere le parti: è lui che cerca di intervistarmi. Fatico non poco per cercare di divincolarmi dal fuoco di fila delle domande. Marco soffre di una curiosità (nei confronti della realtà che lo circonda) superiore a quella di qualsiasi cronista. La stessa curiosità che lo ha portato a girare un lungometraggio come “L’Uomo Fiammifero”, che qualche anno fa ha ottenuto due nomination ai David di Donatello come miglior opera prima e per i migliori effetti speciali visivi. Un film che è autentica poesia.
Medievando, a L’Aquila un giorno senza tempo
Rievocazioni medievali, gare di arcieri, esibizione di sbandieratori e una cena a tema. Tutto questo e molto altro sarà nel programma della manifestazione “Medievando. Un giorno senza tempo”, organizzata dal Gruppo storico Sbandieratori Città dell’Aquila, con il patrocinio del Comune. L’evento si svolgerà sabato 5 luglio, a partire dalle ore 15, al Parco del Castello, nell’area antistante l’Auditorium progettato da Renzo Piano.
“Nella fantastica cornice del Parco del Castello – spiegano gli organizzatori – mercanti, artigiani impegnati in antichi mestieri, giocolieri e musicisti accompagneranno il pubblico in un viaggio nel tempo. Si potrà assistere a spettacoli di sbandieratori e gare di arcieri, mentre i più piccoli potranno entrare da protagonisti nella storia partecipando a giochi medievali, a dorso dei pony e con antichi archi. Ad allietare il palato, infine, una cena medievale, a base di antichi sapori, con annessi spettacoli di artisti e giocolieri”.
Se Montepagano diventa una “Res Tipica”
Montepagano “Borgo Divino” entra nel circuito nazionale di “Res Tipica”, l’associazione costituita dall’Anci (l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) e dalle associazioni nazionali delle “Città di Identità” per la promozione e la valorizzazione del patrimonio enogastronomico, culturale e ambientale dei Comuni aderenti.
Ad oggi sono in tutto oltre 2mila e 500 le realtà associate tra cui Città del Vino e dell’Olio, Città dei Sapori, Città del Bio, Borghi più Belli d’Italia e Borghi Autentici d’Italia (Montepagano è tra i Borghi Autentici d’Italia dal 2012). La Mostra più antica dei Vini d’Abruzzo – che quest’anno si terrà dal 25 al 27 luglio – grazie all’inserimento in Res Tipica, sarà dunque promossa dall’associazione a livello nazionale e inserita tra gli eventi di particolare rilievo turistico ed enogastronomico.
La donna che fece del teatro la sua (vera) casa
Saper recitare è questione di talento o di studio? Nel caso di Elisa Di Eusanio, tra le migliori attrici che l’Abruzzo abbia mai portato sulla scena nazionale, il dubbio è, potremmo dire, amletico. Il talento è innato ed evidente. La prima a scoprirlo fu la madre, Mariella Converti, che diventò la sua maestra e poi (troppo presto) scomparve. Tuttavia, osservando Elisa mentre domina il palcoscenico come se proprio lì fosse nata, come se quella fosse la sua vera casa, è difficile pensare che le sue capacità non siano il frutto di un duro lavoro e di una preparazione quasi maniacale. Grandi capacità, grande versatilità. Elisa passa facilmente dal teatro al cinema e di entrambi indaga ogni possibilità, ogni sentiero: attrice, autrice, regista, persino doppiatrice. Un funambolo della messa in scena, con un’enorme potenza espressiva che stupisce e incanta. Un obbligo intervistarla.
Omicidio Jason, condannati il padre e la madre
Ergastolo per il padre, Denny Pruscino, 33 anni, e venticinque anni di reclusione per la madre Katia Reginella, 27 anni, entrambi originari del Teramano. La sentenza di primo grado per l’omicidio del piccolo Jason, il bimbo di soli due mesi scomparso nel mese di luglio del 2011 dall’abitazione dei genitori nei pressi di Folignano (Ascoli Piceno) e oggetto per mesi di disperate ed infruttuose ricerche (il corpicino non è mai stato ritrovato, di lui resta solo il fermo immagine di un video girato subito dopo la nascita), è stata emessa dai giudici della Corte di Assise di Macerata dopo sette ore e mezzo di camera di consiglio. La Corte ha riconosciuto a Katia Reginella, affetta da parziale vizio di mente, le attenuanti generiche con esclusione delle aggravanti.
«Anch’io voglio la mia auto blues. In Abruzzo»
Ho conosciuto Adriano Tarullo una decina di anni fa. Per caso. Fu mio fratello a farmi sentire un suo disco. Mi disse: lavora con me in azienda, a Colonnella, ma nei weekend suona in giro per pub e festival. Blues e dialetto abruzzese, naturalmente.
Mi colpì, allora, che il suo talento fosse ancora nascosto a livello locale. Un cantastorie che racconta le leggende della propria terra con la stessa facilita con cui, anche grazie a una buona dose di ironia, interpreta le storie di ordinaria solitudine, amore o disperazione che ciascuno di noi vive. Storie locali avvolte da una pellicola universale.