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Ritrovato in fondo a un dirupo il corpo di Patrik
E’ stato ritrovato questa mattina, intorno alle 10,30, in fondo a un dirupo, il cadavere di Patrik Hermann Weilharter, l’elettricista austriaco di 22 anni di cui non si avevano notizie da dieci giorni. Il corpo è stato rinvenuto nel Vallone Fossa Ceca, nella zona boschiva di San Pietro di Isola del Gran Sasso, a una distanza significativa dalla pineta in cui è stata lasciata l’auto, un’Alfa 159, con le chiavi posate su una ruota e all’interno il cellulare (spento e con la batteria staccata), le due targhe (che in Austria sono personali) e contanti per circa 500 euro.
Gli alpinisti del soccorso alpino, insieme ad alcuni uomini della Guardia di Finanza, hanno avvistato il corpo e, subito dopo, avviato le operazioni di recupero della salma che sarà trasportata a Isola del Gran Sasso in attesa delle disposizioni del magistrato.
Il mistero di Patrik, svanito nel nulla sul Gran Sasso
La montagna pare averlo inghiottito senza lasciare alcun indizio di lui. Da circa 7 giorni sembra essere svanito nel nulla Patrik Hermann, un giovane elettricista austriaco di 23 anni (li compie a giugno), residente nei pressi di Salisburgo. La sua auto italiana, un’Alfa Romeo 159, è stata trovata a San Pietro, una frazione del comune di Isola, in provincia di Teramo, parcheggiata all’interno di una pineta situata ai piedi del Gran Sasso. Prima di sparire, il giovane ha staccato le targhe e le ha nascoste nella vettura insieme ai documenti e ai soldi che portava con sé, circa 400 euro. Le chiavi, invece, sono state lasciate su un pneumatico. In Austria, tuttavia, le targhe sono personali e, dunque, rimuoverle temporaneamente quando si lascia l’auto in sosta per un periodo non breve è un’abitudine abbastanza comune.
Progetto Oblivion, dove la luce incontra la materia
Tre installazioni audiovisive, nate dall’integrazione di luce e materia, dove la perfezione della luce colpisce l’imperfezione della materia lasciandosene modellare. Si parte da qui per provare a descrivere “Oblivion”. Il collettivo artistico formato da Giustino Di Gregorio, Manuela Cappucci, Claudio Pilotti, Pierluigi Filipponi e Luca D’Alberto prosegue infatti il proprio percorso artistico con una nuova iniziativa.
Una “visione” fatta di proiezioni minimali, linee e cerchi che seguono il ritmo di una narrazione indefinibile su superfici ed elementi tridimensionali bianchi, solcati, corrosi. Suoni evocativi, indefinibili anch’essi, che incontrano le proiezioni minimali, come ricordi che si rincorrono.
«Il mio Abruzzo, delizioso e sottovalutato»
Non tutti sanno che Marco Panara, tra i più noti e apprezzati giornalisti de “La Repubblica”, dove da più di dieci anni coordina “Affari&Finanza”, è abruzzese. Lo incontriamo al Meeting del Polo di innovazione Agire, a Francavilla al Mare, intento a moderare l’incontro delle 100 imprese che compongono il primo consorzio delle piccole e medie imprese dell’agroalimentare regionale. E non resistiamo alla tentazione di intervistarlo e di farci raccontare del suo rapporto con l’Abruzzo, del mestiere di giornalista, di come vede l’economia e quali sono dal suo punto di vista le prospettive di uscita dalla crisi. Eccovi il resoconto di una chiacchierata a tutto tondo…
«Dell’Aquila non importa a nessuno, via il tricolore»
«Qui stiamo letteralmente crepando ma dell’Aquila non frega niente a nessuno». Parole del sindaco, Massimo Cialente, il quale lunedì ha annunciato di voler rispedire la fascia da primo cittadino al presidente della Repubblica e di aver ordinato a una squadra di operai dell’ente di rimuovere le bandiere tricolori da tutti gli edifici del Comune. Scuole comprese. Perché, ha detto nel corso di una conferenza stampa, lo Stato ha abbandonato L’Aquila.
Uno «Stato assolutamente insensibile, privo di solidarietà e del senso stesso dell’emergenza che stiamo vivendo, una disperazione che non finisce mai». Parole dure, come quelle messe nero su bianco nella lettera che lo stesso Cialente, con il sostegno dell’intera giunta, ha inviato al Capo dello Stato, al presidente del consiglio Enrico Letta e ai ministri interessati.
Tinn, l’azienda che cresce investendo su se stessa
«Unindustria», magazine di Confindustria Teramo, ha intervistato Cesare Zippilli, amministratore delegato della società teramana produttrice di software per gli enti pubblici locali. Tredici anni fa, quando l’azienda era in difficoltà, furono lui ed altri cinque dipendenti a prendere in mano il futuro della Tinn. Da allora è stata una continua crescita.
Cesare Zippilli, amministratore delegato della Tinn Srl. Quando è nata l’azienda?
«TINN si costituisce nel 1998, ma il vero start-up dell’azienda avviene ad inizio del 2000, con l’avvento di una nuova composizione sociale ed un management tutto interno all’azienda. Insieme a me i soci dell’azienda sono Lamberto Di Francesco, Concezio Di Flavio, Carlo Di Musciano, Vito Termini e Pasquale Lovino, con i quali ci siamo fatti carico di prenderci sulle spalle questa società, e abbiamo iniziato a gestirla. Siamo insomma diventati imprenditori per necessità».
«Capotreno ferma il convoglio per fare la spesa»
Capotreno scende dal convoglio per fare la spesa al supermercato vicino alla stazione. E scatena la rabbia e l’indignazione dei pendolari in attesa di ripartire. Alcuni di loro, dopo aver appreso la causa del prolungarsi della sosta e aver visto con i propri occhi l’uomo tornare al lavoro con la busta in mano, hanno preso carta e penna e denunciato l’accaduto con una lettera aperta all’Ansa.
I fatti, secondo quanto si è appreso solo in questi giorni, si sono svolti lo scorso 8 aprile a Venafro, in provincia di Isernia, sul treno 2413 partito alle 17,35 da Roma Termini e diretto a Campobasso. Un episodio surreale, che ha costretto Trenitalia ad aprire un’indagine interna per verificare la vicenda e, contemporaneamente, ad annunciare provvedimenti nei confronti del capotreno se quanto segnalato dagli utenti troverà puntuale conferma.
Nicoletta Dale, una voce tra funky e blues
Mediaset le offrì, a soli 23 anni, il palcoscenico di una delle trasmissioni di punta della rete. Merito della sua voce, che ricorda quelle di grandi interpreti del funky o del blues. Voce calda, estensione da brivido e tanto ritmo. Ma Nicoletta Dale non è solo una cantante di talento. È una persona solare innamorata della sua città, Teramo, dove il nonno Nino (che oggi non c’è più) e il padre Gianni hanno dato un contributo importante alla storia della musica. E dove Ivan Graziani, stretto amico della famiglia Dale, la cullava da piccola. Figlia d’arte, sì, ma con progetti tutti suoi. Il primo è stato quello didattico-musicale avviato con l’associazione Faremusika. Il secondo è nato da poco ed è il centro polifunzionale Arts Factory, di cui Faremusika, insieme ad altre realtà, è il cuore pulsante.
A caccia di fantasmi. Dopo Civitella, c’è Sant’Omero
Teramo provincia abitata dagli “spiriti”? Certo, perché no, se al turismo fa bene… Deve essere più o meno questa la riflessione degli amministratori locali che accolgono l’invito o chiedono l’intervento degli acchiappantasmi. Dopo la Fortezza di Civitella del Tronto, ultimo baluardo borbonico, anche alcuni luoghi particolarmente ricchi di “presenze” (compresa un’abitazione privata) a Sant’Omero sono diventati oggetto delle attenzioni di un gruppo di cinque “ghostbusters” italiani che, riuniti sotto la sigla Epas (European paranormal activity society) e nati un paio di anni fa, stanno conducendo indagini in tutto il Paese con l’aiuto di collaboratori locali. Spesso strizzando l’occhio ai sindaci, contenti di promuovere il turismo a costo zero…
«Batman veglia su Isernia». E il web impazzisce
C’è chi gli promette voti se si candiderà a sindaco, altri gli chiedono di riportare ordine «perché in strada non si sta più tranquilli». Qualcuno lo supplica di riparare una frana mentre ci sono ammiratrici pronte a indossare le vesti di Catwoman, la popolare donna gatto dei fumetti, al suo fianco. Ma Isernia, capoluogo di provincia con poco più di ventimila abitanti, non è come Gotham City. E il Batman molisano, con la crisi che c’è, ha lasciato in garage la batmobile e indossa un paio di sneakers al posto dei lucidi stivali. Così capita che molti si prendano beffe dell’uomo mascherato (ma potrebbe essere anche una donna) che, da qualche settimana a questa parte, affigge manifesti rassicuranti dicendo di vegliare sulla città e si fa immortalare con maschera e mantello in pose dimostrative che poi diffonde sul web.