Compie già venti anni il Lotto Zero
Compie venti anni il Lotto Zero, la strada a una sola carreggiata e a due corsie che avrebbe dovuto risolvere in Abruzzo gli enormi problemi di traffico di cui soffre Teramo, collegando il quartiere Cona e quello di Cartecchio con una variante parallela al fiume Tordino. L’Anas annuncia ormai da anni, e a più riprese, che l’opera sarà presto inaugurata. Ma, a venti anni di distanza dalla posa della prima pietra, nessuno ha mai percorso la strada. La storia di questa opera pubblica infinita si può sintetizzare come segue.
Nel 1990, l’Anas appalta all’impresa Sparaco Spartaco i lavori che, appena iniziati, si fermano.
Ciò accade anche per una serie di iniziative di protesta che vedono esponenti di primo piano della politica nazionale, come Marco Pannella, scendere in campo contro i danni che i lavori potrebbero arrecare al fiume Tordino, dove sono previsti ben quattordici attraversamenti.
Per “gravi motivi di interesse pubblico” e con provvedimento ministeriale, l’aggiudicazione dell’opera viene revocata. La Sparaco Spartaco, con ricorso al TAR e successivo appello al Consiglio di Stato, ottiene nel 1995 la sentenza che consente la ripresa dei lavori. L’Anas chiede a questo punto al Comune di Teramo se vi è ancora la necessità di realizzare l’opera; il Comune dice di sì e rielabora il progetto apportando alcune modifiche sostanziali. Nonostante gli attraversamenti scendano a quattro, il fiume Tordino (accanto al quale è stata costruita l’opera) e la zona circostante dieci anni più tardi ringrazieranno.
Nel dicembre del 1999 i lavori, affidati all’ATI Sparaco Spartaco – Coop Costruttori, riprendono con l’obiettivo di terminare entro la fine del 2001. Ma l’avanzamento dell’opera, a fasi alterne, incontra difficoltà di carattere tecnico e amministrativo e, durante gli scavi a Porta Romana, diversi edifici pubblici e privati subiscono ingenti danni. Nel 2004 la Coop Costruttori è sottoposta a procedura di amministrazione straordinaria ed abbandona il cantiere. Nel 2005 la Sparaco Spartaco (l’impresa mandataria) cede il contratto dei lavori, previa autorizzazione dell’Anas, all’impresa Cogel Infrastrutture SpA. Manco a dirlo i lavori, invece di procedere speditamente, da allora vanno avanti con grande lentezza. Di pochi giorni fa l’ultimo annuncio (l’ennesimo) di imminente apertura.
Nicola Catenaro
In questo articolo si dimenticano due passaggi importanti. Il primo è che COGEL Infrastrutture è stata incorporata in CO.GE.L. S.p.A. nel 2006 e il secondo è che CO.GE.L. S.p.A. è finita il concordato preventivo nel 2009.
Sarei curioso di sapere adesso chi sta lavorando in questo cantiere perchè COGEL SPA prima di finire in concordato ha fatto numerose cessioni di complessi aziendali ad altre società. Un autentico ginepraio.
Ringrazio se mi si darà risposta.
Avv Stefano Lamberti
Avv. Stefano Lamberti
2 Mag 2011 alle 16:48 edit_comment_link(__('Modifica', 'sandbox'), ' ', ''); ?>
Più che dimenticare questi passaggi, l’articolo – incentrato prevalentemente sul danno morale alla collettività causato dal ritardo nell’esecuzione dei lavori – non approfondisce le fasi finali del lungo iter burocratico che ha subito l’opera. Sarà l’occasione per dedicare al tema una seconda puntata, la storia infinita mica termina qui…
Un cordiale saluto e grazie per il commento.
Nicola Catenaro
Nicola Catenaro
3 Mag 2011 alle 10:20 edit_comment_link(__('Modifica', 'sandbox'), ' ', ''); ?>