Quell’intervista “puntuta” a Giovanni Falcone
È in caduta libera Giovanni Falcone, quel giorno di marzo quando viene in Abruzzo, Chieti, convegno sui consueti temi di giustizia, 21 anni fa.
Il C.S.M. lo ha appena bruciato nella corsa al vertice dell’antimafia, preferendogli tale Giammanco, maggiore anzianità di servizio ma nessun profilo specifico. Scrutinio a sorpresa, una stilettata con la complicità – si disse – della corrente che avrebbe dovuto sostenerlo. Giovanni Falcone, invece che all’antimafia, finisce al Ministero, colletto bianco, però incarico apicale; una promozione, anche quella, dunque non si lamenti……..
Tutto avviene mentre il pool di Palermo perde i pezzi, smantellato, giorno dopo giorno, con le buone o con le cattive.
Sono convinto di incontrare un Falcone amareggiato, sottotono, quando il caporedattore Celestini mi assegna il servizio, la mattina per il pomeriggio.
Nulla di più sbagliato. L’intervista è “puntuta”, impietosa: domande pesanti e pressanti, a raffica, senza respiro. Giovanni Falcone sorride, ribatte colpo su colpo, sferzante, ironico. L’apparato ne esce a pezzi. Giovanni Falcone risponde a tutto, quando proprio non può, lascia capire……
Per esempio che lo Stato e la società spesso sono cose diverse, gli scopi dell’uno non coincidono, anzi confliggono, con gli interessi dell’altra….. E poi il capitolo pentiti: perché lo Stato crea problemi invece di appianarli? “Non lo capisco neanche io, e non lo capiscono neppure i pentiti……”
“Il profilo del mafioso? Sicuramente non va in giro con l’etichetta di denominazione di origine controllata, ma riconoscerlo non è difficile……. se si vuole………….”
La mafia potrà essere sconfitta, cancellata per sempre? Domanda di routine, chiusura morbida dopo tanto battage. Giovanni Falcone smette di sorridere: “ogni vicenda umana ha un inizio e ha una fine”.
L’intervista finisce qui. Nessuno può immaginare che l’orrore di Capaci è dietro l’angolo della storia. Tempo due anni, ed il tritolo, sulla via di Punta Raisi, cancellerà per sempre Giovanni Falcone.
Ma non le sue idee.
Lodovico Petrarca