Archivio per Gennaio 2012
Quelle ruspe mai arrivate a L’Aquila
Sei mezzi per lo sgombero e la rimozione delle macerie, donati dalla Fiat alla Protezione civile a maggio del 2009, non sono mai arrivati a l’Aquila o nei territori colpiti dal terremoto. E nessuno sa ufficialmente dove si siano fermati (o siano stati “temporaneamente” parcheggiati) nel tragitto che da Torino li doveva portare in Abruzzo. Di questi mezzi per il movimento terra (un escavatore cingolato, un escavatore gommato, un miniescavatore, una pala gommata, una minipala compatta e un sollevatore telescopico, valore totale circa 860 mila euro) si sarebbe forse persa memoria se non fosse arrivata la denuncia del Conapo (il sindacato dei vigili del fuoco) dell’Aquila che, in una lettera indirizzata al responsabile di Case construction equipment (l’azienda del gruppo Fiat che ha donato le macchine) e inviata per conoscenza alla Protezione civile, al commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi e allo stesso Dipartimento nazionale dei vigili del fuoco, lamenta il mancato perfezionamento dell’operazione.
Mal’aria, Pescara la peggiore in Abruzzo
La qualità dell’aria delle città italiane è pessima e continua a peggiorare. Lo confermano i dati del dossier Mal’aria, lo studio annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico, presentato stamane a Roma.
I principali imputati sono le polveri sottili: per l’Abruzzo, Pescara fa parte di quel 67% dei capoluoghi di provincia monitorati che nel 2011 non ha rispettato il limite consentito di superamenti della soglia di PM10, e si colloca perciò al 34esimo posto su scala nazionale: non solo nel 2011 ha raggiunto i 69 superamenti, sui 35 consentiti annualmente, ma li ha aumentati del 17% rispetto al 2010 (più della media nazionale, che è del 12%), alla conclusione del quale la centralina di viale Bovio segnava 59 superamenti.
Caso Straccia, la soluzione del mistero è sul ponte
Il mistero di Roberto Straccia, lo studente marchigiano scomparso a Pescara il 14 dicembre mentre faceva jogging e restituito cadavere dal mare a Bari il 7 gennaio, si nasconde in uno spazio di poche centinaia di metri. Ne sono ormai convinti gli inquirenti, i quali ritengono sia «ragionevole» pensare che la chiave dell’enigma è sul Ponte del Mare e nell’area portuale sottostante. L’ultima telecamera a riprendere il ragazzo, infatti, non è solo quella prima del ponte ciclopedonale tra le riviere nord e sud (che inquadra anche i due runners che lo inseguono e che hanno detto di non ricordare nulla). Sono infatti ora spuntate anche le immagini di due altre telecamere: quella della zona del porto che intercetta lo studente mentre sale sulla rampa di accesso del ponte e quella che, dallo stabilimento Apollo sulla riviera nord, subito dopo il ponte, immortala i due inseguitori di Roberto ma non lui.
«Straccia, nulla fa pensare a una fine cruenta»
«Ad un primo esame non c’è nulla che lasci presagire una fine cruenta». A parlare è il capitano Eugenio Stangarone, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Pescara, rispondendo indirettamente a chi pensa che Roberto Straccia – lo studente marchigiano di 24 anni il cui corpo, a distanza di 24 giorni dalla scomparsa, è stato trovato il 7 gennaio sulla costa barese – sia stato aggredito e ucciso da qualcuno. L’indagine, sottolinea Stangarone, non esclude alcuna pista. Tuttavia, anche se si attende l’esame autoptico, «non si può sottacere l’assenza di elementi lesivi esterni riconducibili alla volontà di terzi». Circostanza, questa, che allontana l’ipotesi che Roberto possa essere stato aggredito (o per esempio investito) e poi buttato in acqua. In ogni caso, se si esclude una fine violenta, non rimane che valutare la possibilità di un incidente o il suicidio.
Roberto, cade la speranza. La famiglia chiede verità
Sul caso di Roberto Straccia, lo studente di Pescara restituito dal mare il 7 gennaio sulla costa di Bari non è ancora stato reso noto quando si svolgeranno i primi esami sul dna, che dovrebbero comunque essere fissati in settimana. Ieri sera si è conclusa la prima fase del riconoscimento, effettuato dai due genitori Rita e Mario Straccia e da Lorena, sorella del ragazzo che, pur non potendo essere certi al 100%, date le condizioni della parte superiore della salma, hanno tuttavia confermato che indumenti, chiavi e apparecchio iPod appartenevano al ragazzo.
Tali oggetti corrispondono a ciò che aveva il giorno della scomparsa, il 14 dicembre scorso, mentre faceva jogging sul litorale di Pescara a pochi passi dal mare.
Un corpo sul lungomare di Bari, forse è Roberto
La mamma di Roberto Straccia ha riconosciuto i vestiti trovati addosso al cadavere ritrovato ieri sul lungomare di Bari, e inoltre avrebbe riconosciuto anche l’iPod e il mazzo di chiavi trovati nelle tasche. Neanche la donna, dopo il tentativo del padre e della sorella dello studente scomparso un mese fa, ha potuto però confermare che si tratta del corpo del figlio, reso irriconoscibile dalle settimane in mare.
La madre, stando a quanto riferiscono i carabinieri di Pescara, si sarebbe comunque detta assolutamente sicura che gli indumenti trovati addosso al corpo ripescato oggi sono quelli del figlio. Ormai manca solo l’ufficialità, dunque: l’autopsia si dovrebbe svolgere all’inizio della prossima settimana, mentre già lunedì’ l’incarico sia per l’esame autoptico che per l’esame del Dna verrà conferito dalla Procura di Bari.