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Se la contraffazione colpisce pure i concimi

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Un sacco contraffatto e il suo contenuto

Non solo abbigliamento, calzature o prodotti agroalimentari. La contraffazione del made in Italy colpisce anche altri beni considerati meno nobili ma ugualmente preziosi. Il concime, per esempio. Ne sa qualcosa l’imprenditore Cesare Puccioni, da alcuni mesi presidente nazionale di Federchimica al posto di Giorgio Squinzi, nuovo leader di Confindustria. Solo qualche anno fa, Puccioni non immaginava che qualcuno avrebbe copiato, anzi clonato il logo identificativo e le confezioni dei fertilizzanti che la sua società, con sede nella zona industriale di Punta Penna, a ridosso del porto di Vasto, produce dal 1888. L’allarme scatta in Bulgaria, a marzo dell’anno scorso, nella località di Stara Zagora. Un cliente segnala la presenza sul mercato locale di confezioni sospette di Nutrisol, uno dei fertilizzanti prodotti dalla Puccioni Spa. Il marchio è identico ma il concime viene venduto a un prezzo inferiore. Le differenze, per un occhio poco allenato, sono minime: il logo è stampato su un’etichetta adesiva e non direttamente sulla busta, l’indirizzo manca e il disegno sul lato anteriore del sacco è simile a uno ormai in disuso.

Cesare Puccioni

Il contenuto è ovviamente difforme da quello originale e la sua composizione non è chiara. La Bulgaria non rimane un episodio isolato. L’incubo ricomincia alcuni giorni fa in Albania, dove vengono intercettate alcune partite contraffatte di “Superphos”, il più noto fertilizzante dell’azienda di Vasto. Si tratta di perfosfato, un concime la cui invenzione risale alla metà dell’Ottocento. In questo caso, la qualità della contraffazione appare di gran lunga più elevata.

Dopo aver verificato la qualità assolutamente misera del prodotto – racconta a Corriere.it Mario Puccioni, figlio di Cesare e amministratore delegato della società di famiglia – siamo rimasti sorpresi dal fatto che il sacco contenesse persino il logo di chi fa le buste, un’azienda specializzata nella realizzazione di sacchi in plastica per l’agricoltura. Se prima ci imitavano, ora tentano di clonarci». I fertilizzanti girano il mondo sulle navi e in molti casi si tratta di partite sfuse. La loro “bontà” è attestata dai certificati che accompagnano le spedizioni.

Mario Puccioni

Il sacco, quando c’è, costituisce la griffe dei prodotti. Ed è questa a essere presa di mira. L’avvocato della Puccioni Spa, Stefania Bracaglia, ha già intrapreso alcune iniziative legali per tutelare il brand dei concimi dell’azienda. Ma le leggi degli altri Paesi non aiutano. In Bulgaria, ad esempio, ha scoperto di poter procedere a una semplice diffida e, se alla fine avrà ragione e si scoprirà l’eventuale responsabile, otterrà un risarcimento che verrà intascato dallo Stato bulgaro. «Presumo che tentativi di contraffazione di questo genere possano aver colpito anche altre aziende – afferma Mario Puccioni -, per questo motivo credo che il problema andrebbe risolto a livello internazionale e, soprattutto in Europa, bisognerebbe creare in favore degli Stati membri un sistema di tutela centralizzato».Uno dei sacchi contraffatti

 

 

Nicola Catenaro

Pubblicato il 31 marzo 2012 su Corriere.it 

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di Nicola Catenaro

sabato 31 Marzo 2012 alle 17:12

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