Giochi, Abruzzo e doping. La gaffe che non t’aspetti
Gli occhi luminosi e spalancati per la felicità. Il grido, impossibile da trattenere, che trasforma il volto in una maschera di gioia e fierezza. E, sotto la foto, l’eloquente scritta “Amiamo le grandi sfide”. Lo slogan scelto da uno dei fornitori ufficiali della “Casa Italia” del Coni alle Olimpiadi di Londra, l’azienda abruzzese Farnese Vini, è accattivante ma fa a cazzotti con l’immagine-simbolo a cui è accostato: è quella dell’ex campionessa americana Marion Jones, travolta dallo scandalo doping cinque anni fa e invitata a restituire le medaglie vinte.
Così una campagna costruita per rafforzare il successo di un pluripremiato vino rosso che si chiama ”Edizione Cinque Autoctoni”, come le cinque medaglie conquistate nel Duemila a Sidney dalla Jones, si è tramutata per qualche giorno in una colossale gaffe.
Una figuraccia dovuta a una distrazione di cui l’azienda avrebbe volentieri fatto a meno, soprattutto dopo il clamore suscitato dal caso Schwazer, e che l’ha costretta a fare dietrofront modificando in corsa gli ordini eseguiti in attuazione della campagna pubblicitaria. Il tentativo è riuscito in parte, dato che la campagna era già partita. Ancora oggi, sui manifesti affissi a Pescara e in altre località della regione, ma anche negli spazi acquistati su quotidiani locali ad ampia diffusione e su Facebook, continua a fare capolino la faccia di Marion Jones, l’ex atleta e cestista statunitense che confessò pubblicamente di aver usato sostanze dopanti in alcune memorabili gare. La Gazzetta dello Sport, invece, già riporta da questa mattina la nuova pubblicità: un atleta impegnato nel salto in alto ruba la scena all’ex pantera nera della velocità.
La foto di Marion Jones la ritrae nel Duemila a Sidney, dove come si legge nel suo sito ufficiale (www.marionjones.org) entrò nell’Olimpo delle donne più veloci del mondo e raggiunse l’inviolata vetta delle cinque medaglie conquistate: tre d’oro per i 100 metri, i 200 metri e la staffetta 4×400 metri e due di bronzo per il salto in lungo e la staffetta 4×100 metri. Nel 2007, in seguito alle sue ammissioni, fu spogliata dei preziosi cimeli e trascorse sei mesi in prigione per aver mentito agli investigatori federali. Dopo aver chiesto scusa alla famiglia, agli amici e ai fan di tutto il mondo, come ha fatto Schwazer, Marion è tornata al suo primo amore, il basket, e ha deciso di promuovere la campagna” Take a break” che incoraggia chi ha commesso errori ad andare avanti e superare la sensazione di fallimento.
Nicola Catenaro