Archivio per Settembre 2012
I cittadini di Opi “abusivi” a casa loro
Svegliarsi e scoprirsi occupanti abusivi della propria casa. Per gli abitanti di Opi, paese dell’Aquilano situato al centro del Parco nazionale d’Abruzzo, l’incubo che agitava i sonni degli avi è diventato realtà. La verifica demaniale, avviata dal Comune in ossequio a una legge regionale del 1988 e conclusasi solo di recente, ha accertato che quasi l’intero territorio di Opi apparteneva ai Borbone ed è passato successivamente nella proprietà dello Stato.
È scritto nel catasto onciario di Napoli, risalente al Settecento. I proprietari di appartamenti e terreni dovranno ora pagare un obolo all’amministrazione comunale per legittimare un diritto , tramandato di generazione in generazione, che pensavano fosse acquisito.
Delitto Melania, il padre attacca i periti
«Non mi piace il tecnicismo che sta subentrando nel processo, io sono per la giustizia e spero di poterci continuare a credere. Che Salvatore sia colpevole siamo sicuri al cento per cento e le prove ci sono. Si evince chiaramente che lui vuole soltanto salvare se stesso». Lo ha dichiarato a Corriere.it, a margine dell’udienza in corso nell’aula «Falcone e Borsellino» del tribunale di Teramo, Gennaro Rea, papà di Melania. Lo sfogo si riferisce all’esito delle perizie depositate dall’anatomopatologo Gian Luca Bruno e dalla genetista Sara Gino, nominati dal gup Marina Tommolini affinché accertassero l’ora esatta della morte della donna. Il risultato, infatti, è stato che non si può stabilire l’ora esatta ma solo il giorno, cioè il 18 aprile 2011.
L’altro perito, l’entomologo Stefano Vanin, analizzando le larve, è giunto invece alla conclusione che sia stata uccisa quando era ancora giorno.
Messe e fiori per l’anonimo che nessuno riconobbe
Era un giovane di circa trentacinque anni, statura media, capelli ricci e neri. Indossava una giacca verde a quadri taglia 48 e portava scarpe numero 42. Non aveva soldi né documenti addosso. Nel portafogli, solo un piccolo pettine e un santino della Madonna di Loreto. La sua vita è finita sotto le ruote di un treno una domenica pomeriggio di quindici anni fa, intorno alle 14, sulla linea ferroviaria Ancona-Pescara, nei pressi di Roseto degli Abruzzi.
Pioveva a dirotto e il recupero della salma fu piuttosto complesso. Disgrazia o suicidio? L’interrogativo è ancora aperto. Certo è che la sua identità (il viso era completamente sfigurato) è rimasta ignota e nessuno ha mai reclamato il suo corpo. C’è tuttavia chi, pur non avendolo mai conosciuto, ha fatto apporre una lapide sulla sua tomba e da quindici anni gli porta fiori freschi e fa dire messe in sua memoria.
Il paese rinato grazie ai matrimoni degli stranieri
Dal “coma profondo” in cui versavano le piccole attività del centro storico alla nascita di nuove botteghe e al risvegliarsi dei mestieri. Il tutto grazie al matrimonio. Petritoli, un borgo marchigiano di circa 2.500 abitanti in provincia di Fermo, si è improvvisamente risvegliato dopo aver scoperto il business legato alle nozze di stranieri in Italia. Da cinque anni, per pronunciare il fatidico sì, arrivano in questo paesino da ogni parte del mondo: Europa, Russia, Australia, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Cina. Sono gli “immigrati delle nozze”. Finora un centinaio di coppie, con al seguito un minimo di cinquanta invitati ciascuna.
Molto richiesta come cornice è la Torre Civica. Il registro all’ingresso ha raccolto undicimila firme. Tante, per una località che stava morendo. I petritolesi non sanno spiegarsi questo boom. «Il tutto è nato quasi per caso – racconta a Corriere.it il sindaco, Luca Tomassini– grazie ad alcuni operatori turistici del nord Europa, residenti a Petritoli, che dopo il matrimonio di una coppia di giovani tedeschi hanno pubblicizzato l’evento e il luogo anche oltre i confini nazionali».
Rivivere L’Aquila attraverso i suoni del passato
La visione di un suono, il percorso di un luogo, voci registrate di gente che non c’è più. Le campane che suonano, la finestra che si chiude, i bambini che giocano, i vicini che parlano, il suono di una sirena e l’abbaiare di un cane, la madre premurosa che urla al figlio, la portiera di una macchina che si chiude, i passi della gente. Far rivivere i suoni in un viaggio nella città dimenticata come fosse un giorno normale, perché lo spettatore, il cittadino dell’Aquila possa rievocare l’ascolto, riascoltare una quotidianità svanita, con la speranza che riapparirà nel tempo.
Un omaggio alla gente dell’Aquila, ai luoghi in attesa di rinascere, uno stimolo per andare semplicemente avanti. Un modo diverso per osservare meglio chi siamo, dove siamo, come vivere meglio nel luogo ferito. Una poesia in suoni che deve essere ricordata perché solo con la memoria possiamo cambiare.
Arte, cultura e cucina a Santo Stefano di Sessanio
L’arte che incontra la cucina in uno degli scenari più incantevoli d’Abruzzo. L’ideale connubio di cui parliamo è avvenuto a Santo Stefano di Sessanio tra l’amministrazione comunale, la Galleria degli Uffizi di Firenze e le delegazioni dell’Accademia della Cucina di Teramo e L’Aquila. Lo scopo era quello di valorizzare la mostra, allestita nel borgo abruzzese dal 7 luglio e visitabile fino al 30 settembre, dal titolo “Paesi, pastori e viandanti”. Un evento che ha rinnovato e consolidato il sodalizio tra Santo Stefano di Sessanio e la città di Firenze, dopo lo straordinario successo ottenuto lo scorso anno da “Condivisione di Affetti”, che ha richiamato migliaia di turisti italiani e stranieri, appassionati di arte e cultura, giornalisti e scolaresche (oltre 14.000 i visitatori paganti), dimostrando come si possa fare rilancio del turismo e delle economie delle aree interne con iniziative di vera qualità.