Piccola grande carità nata per amicizia
Di seguito pubblichiamo l’intervista realizzata da “Cuore volontario”, periodico del Centro Servizi per il volontariato di Teramo, al fondatore e presidente del Banco di solidarietà di Teramo, Mauro Ettorre, da oltre dieci anni impegnato nel sostegno alle famiglie teramane più bisognose. Una “storia” che sa di avventura nata quasi per caso…
Banco di solidarietà Onlus Teramo, quando è nata l’associazione?
È nata in modo informale nel 1998, poi si è costituita formalmente nel 2001.
Perché questo ritardo?
Perché era una esperienza di carità molto semplice. Poi, quando abbiamo visto che cresceva e coinvolgeva molte altre persone, abbiamo deciso di dare una veste ufficiale alla nostra esperienza.
Quanti amici eravate all’inizio?
Quattro.
E come è iniziato il tutto?
Con la prima Colletta del Banco Alimentare, nel 1998. Da quella prima esperienza, nacque il desiderio di rendere permanente una cosa che si fa una volta l’anno.
Per soddisfare i bisogni di quante e quali famiglie all’inizio?
Partivamo dal desiderio di immedesimarci sempre di più con quello che è il desiderio di vivere in modo più vero il cristianesimo. Chiedemmo al nostro amico parroco, che ci segnalò quattro famiglie. Quattro amici per quattro famiglie.
Erano famiglie che non riuscivano ad arrivare a fine mese …
Sì, iniziammo cercando di integrare ciò che non era nei pacchi del Banco Alimentare. Un piccolo aiuto, non avevamo la pretesa di risolvere il problema della povertà di queste famiglie.
Perché non costituire un Banco Alimentare Teramo?
Perché il Banco Alimentare è strutturato a livello regionale, dunque farne un altro in Abruzzo non era consentito.
Da quattro famiglie a quante famiglie, in questo momento, aiutate?
Adesso consegniamo pacchi a circa 380 famiglie ogni mese, ma siamo arrivati a questo punto in seguito a un’impennata che si è verificata negli ultimi quattro-cinque anni. C’è stato un boom di richieste, coincidente con il periodo più difficile che stiamo vivendo. Abbiamo iniziato a ricevere richieste da famiglie ma anche da enti come Comuni o Comunità montane.
Quanti volontari operano all’interno del Banco di solidarietà?
Circa 130.
Il numero dei volontari è in crescita?
Sì, le richieste di adesione arrivano da chi si è avvicinato alla nostra esperienza e ne ha visto l’utilità per la propria vita. C’è chi invece conosce le famiglie assistite e le vuole sostenere tramite noi.
Anche il vostro magazzino è cresciuto?
Sì, da un piccolo fondaco messo a disposizione da uno di noi alle sedi messe a disposizione dall’Ater e poi dalla Provincia e, in futuro, a quella che dovrebbe essere la nuova e unica sede-magazzino del Banco di solidarietà, a Villa Pavone. Il terreno sarà donato dal Comune di Teramo, la struttura dovrebbe essere realizzata dalla Fondazione Tercas.
Quante tonnellate di alimenti consegnate ogni mese?
Cinque-sei tonnellate per complessivi 380 pacchi.
Cosa consegnate?
In prevalenza pasta, pomodori pelati, legumi, tonno, olio zucchero, biscotti, latte, formaggio, riso… Famiglie che vivono loro malgrado una povertà cronica o quella che chiamiamo nuova povertà attendono il pacco, costituito da generi di prima necessità che altrimenti non riuscirebbero ad acquistare vuoi perché vivono con una pensione sociale vuoi perché non hanno un lavoro o hanno un problema di debiti che non riescono a fronteggiare. I casi che assistiamo sono tanti.
Trecentottanta famiglie, le avete cercate o sono arrivate da sole?
Abbiamo cercato le prime quattro, le altre sono arrivate da sole o attraverso la rete delle conoscenze o delle segnalazioni.
Come rispettate la loro privacy?
Ribaltando il metodo di assistenza. Andiamo noi nelle loro case, sono sempre gli stessi volontari a farlo da anni. A parte il direttivo dell’associazione, nessuno conosce i nomi dei componenti di queste 380 famiglie. Li assistiamo nella speranza che il momento di difficoltà passi. Cosa che purtroppo oggi è diventata sempre più difficile.
Intervista pubblicata su “Cuore volontario” (dicembre 2012)