Archivio per il 2012
Sarajevo, Cassini dà voce ai fantasmi della guerra
Un viaggio tra le verità della storia e i dubbi di un uomo che tenta di ricostruire la sua memoria e ricomporre gli affetti familiari. “E se Fuad avesse avuto la dinamite?” è il reading che – sabato 18 febbraio 2012 alle 17.30 presso la Sala Consiliare di Mosciano Sant’Angelo – darà voce per la rassegna “Emergenze Mediterranee” a Zlatan, un giovane uomo che torna nella sua terra d’origine dopo anni dalla fuga avventurosa da una Sarajevo assediata. Il suo viaggio di ritorno non attraversa solo i luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza, ma anche e soprattutto le ragioni per cui la diversità etnica e religiosa, dapprima vissuta come fatto naturale, diviene all’improvviso causa del conflitto e giustificazione per il massacro.
Nel reading tratto dall’omonimo romanzo di Elvira Mujčić, pubblicato nel 2009 da Infinito Edizioni, guerra e amore, passato e futuro si intrecciano, ripercorrendo episodi dolorosi e pressoché rimossi della guerra, come quello che di Visegrad, cittadina luogo di una feroce pulizia etnica. A dar voce agli eventi di quegli anni, assieme alla scrittrice Elvira Mujčić, sarà Marco Cassini, uno degli attori emergenti del panorama cinematografico nazionale.
Stupro di gruppo, quattro indagati
«Stuprata selvaggiamente da uno o più uomini che volevano provare una pratica estrema». È questa una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti che stanno cercando di dare una spiegazione all’episodio di presunta violenza accaduto nella notte tra sabato e domenica, all’uscita della discoteca Guernica, nel comune di Pizzoli. Vittima una ragazza ventenne di Tivoli che studia all’università dell’Aquila.
Nel frattempo sono già trapelate le prime indiscrezioni a proposito dell’iscrizione sul registro degli indagati dei quattro giovani sospettati a vario titolo del grave fatto. Innanzitutto il giovane militare campano, appartenente al 33° Reggimento artiglieria dell’Aquila, che è stato trovato vicino al punto in cui la studentessa giaceva svenuta e che ha ammesso l’atto sessuale dicendo però che lei era consenziente, quindi altri due commilitoni, uno campano e l’altro aquilano, e infine la fidanzata di quest’ultimo. L’età dei quattro oscilla tra i 20 e i 22 anni.
Orrore a Pizzoli: stupro all’uscita della discoteca
La sua spensieratezza si è spenta nel parcheggio antistante una discoteca di Pizzoli, in provincia dell’Aquila, a una temperatura che da quelle parti e di questi tempi scende ben al di sotto dello zero, intorno alle 3.30 di notte. Una ragazza di vent’anni è stata stuprata in «maniera selvaggia». E ora è ricoverata all’ospedale San Salvatore del capoluogo abruzzese, in condizioni gravi anche se non in pericolo di vita. Un giovane è stato fermato per la violenza, ma avrebbe negato le accuse, parlando ai Carabinieri di un rapporto sessuale consenziente. Era stato fermato dal gestore e da un buttafuori del locale di Pizzoli. Nei suoi confronti non sono stati finora adottati provvedimenti. La sua versione, si apprende negli ambienti investigativi, dovrà essere confrontata con quanto dice la vittima e con gli esami tecnico scientifici. La ragazza, che è di Tivoli ma studia all’università dell’Aquila, è stata trovata questa mattina, nel retro della discoteca “Guernica”, dal proprietario del locale, Luigi Marronaro, il quale dopo la chiusura stava effettuando il solito giro di controllo prima di andar via. L’ha vista per terra, tra la neve, seminuda e in una pozza di sangue, e ha pensato che fosse morta.
«La solidarietà, il sale della vita»
Ernesto Olivero, nel 1964, fonda a Torino il Sermig (Servizio missionario giovani) e dà vita a una comunità che, da allora, serve a tempo pieno poveri, emarginati e persone bisognose. Dal 1983 la comunità trova la sua sede nel vecchio arsenale militare di Torino, una ex fabbrica di armi trasformata in Arsenale della pace grazie all’aiuto che viene offerto gratuitamente da tanti giovani. Dal 1986 è presente anche a San Paolo, in Brasile, con un centro di accoglienza per chi emigra dalle periferie alla città alla ricerca di opportunità, e nel 2003 apre in Giordania l’Arsenale dell’Incontro, in cui accoglie bambini, diversamente abili, musulmani e cristiani, offrendo loro cure mediche, inserimento scolastico, laboratori per l’avviamento al lavoro. Negli Arsenali vengono accolte mediamente oltre cinquemila persone al giorno e sfamate circa tremila. Quella che segue è l’intervista che Ernesto Olivero ci ha concesso in occasione dell’incontro con giovani e studenti – promosso da Comune e Centro Servizi per il volontariato di Teramo insieme alla Diocesi di Teramo-Atri – sul tema “Tra solidarietà e volontariato: vite rinnovate”.
Alfedena, quaranta cervi per le strade del paese
Quando si è affacciato alla finestra e li ha visti, non credeva ai suoi occhi. E ha chiamato subito la mamma Angelarosa, pensando forse di essere rimasto incastrato in un sogno tipico di chi, come lui, ha soltanto dieci anni. Quaranta splendidi cervi se ne andavano tranquilli in giro per Alfedena, paese nel cuore del Parco nazionale d’Abruzzo dove, in alcuni punti, la coltre di neve ha raggiunto un metro e mezzo di altezza. «Avevano perso l’orientamento – ha spiegato la madre del bambino – e, quando alcuni cani hanno cominciato ad abbaiare, si sono allontanati mettendosi in fila». Uno spettacolo eccezionale, che fa il paio con quello dei lupi avvistati nei giorni scorsi, in cerca di prede, nei pressi di ovili e pollai alla periferia di Pescasseroli, Opi, Villetta Barrea, Civitella Alfedena e Barrea.
Io trapiantata, prigioniera della neve
Lei ora vorrebbe solo tornare a casa. E dimenticare questa brutta avventura. Un’odissea che è iniziata venerdì pomeriggio e che sembra quasi aver voluto aggravare, come per un diabolico scherzo, le personali disavventure di M.P., 31 anni, di Giulianova (Teramo), sottoposta nove mesi fa a un trapianto bipolmonare. La ragazza è bloccata da 48 ore a Carsoli, dove due giorni fa, senza che un cartello o altro indicassero a lei e ai suoi familiari che forse era meglio cambiare programma, il suo viaggio di ritorno da Roma si è fermato.
Nella Capitale era stata per un controllo di routine dopo il delicato intervento subito lo scorso maggio. Arrivati all’altezza di Carsoli, lei e i suoi genitori sono rimasti bloccati per ore insieme ad altre centinaia di automobilisti a causa della slavina caduta un’ora prima.
Quelle ruspe mai arrivate a L’Aquila
Sei mezzi per lo sgombero e la rimozione delle macerie, donati dalla Fiat alla Protezione civile a maggio del 2009, non sono mai arrivati a l’Aquila o nei territori colpiti dal terremoto. E nessuno sa ufficialmente dove si siano fermati (o siano stati “temporaneamente” parcheggiati) nel tragitto che da Torino li doveva portare in Abruzzo. Di questi mezzi per il movimento terra (un escavatore cingolato, un escavatore gommato, un miniescavatore, una pala gommata, una minipala compatta e un sollevatore telescopico, valore totale circa 860 mila euro) si sarebbe forse persa memoria se non fosse arrivata la denuncia del Conapo (il sindacato dei vigili del fuoco) dell’Aquila che, in una lettera indirizzata al responsabile di Case construction equipment (l’azienda del gruppo Fiat che ha donato le macchine) e inviata per conoscenza alla Protezione civile, al commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi e allo stesso Dipartimento nazionale dei vigili del fuoco, lamenta il mancato perfezionamento dell’operazione.
Mal’aria, Pescara la peggiore in Abruzzo
La qualità dell’aria delle città italiane è pessima e continua a peggiorare. Lo confermano i dati del dossier Mal’aria, lo studio annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico, presentato stamane a Roma.
I principali imputati sono le polveri sottili: per l’Abruzzo, Pescara fa parte di quel 67% dei capoluoghi di provincia monitorati che nel 2011 non ha rispettato il limite consentito di superamenti della soglia di PM10, e si colloca perciò al 34esimo posto su scala nazionale: non solo nel 2011 ha raggiunto i 69 superamenti, sui 35 consentiti annualmente, ma li ha aumentati del 17% rispetto al 2010 (più della media nazionale, che è del 12%), alla conclusione del quale la centralina di viale Bovio segnava 59 superamenti.
Caso Straccia, la soluzione del mistero è sul ponte
Il mistero di Roberto Straccia, lo studente marchigiano scomparso a Pescara il 14 dicembre mentre faceva jogging e restituito cadavere dal mare a Bari il 7 gennaio, si nasconde in uno spazio di poche centinaia di metri. Ne sono ormai convinti gli inquirenti, i quali ritengono sia «ragionevole» pensare che la chiave dell’enigma è sul Ponte del Mare e nell’area portuale sottostante. L’ultima telecamera a riprendere il ragazzo, infatti, non è solo quella prima del ponte ciclopedonale tra le riviere nord e sud (che inquadra anche i due runners che lo inseguono e che hanno detto di non ricordare nulla). Sono infatti ora spuntate anche le immagini di due altre telecamere: quella della zona del porto che intercetta lo studente mentre sale sulla rampa di accesso del ponte e quella che, dallo stabilimento Apollo sulla riviera nord, subito dopo il ponte, immortala i due inseguitori di Roberto ma non lui.
«Straccia, nulla fa pensare a una fine cruenta»
«Ad un primo esame non c’è nulla che lasci presagire una fine cruenta». A parlare è il capitano Eugenio Stangarone, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Pescara, rispondendo indirettamente a chi pensa che Roberto Straccia – lo studente marchigiano di 24 anni il cui corpo, a distanza di 24 giorni dalla scomparsa, è stato trovato il 7 gennaio sulla costa barese – sia stato aggredito e ucciso da qualcuno. L’indagine, sottolinea Stangarone, non esclude alcuna pista. Tuttavia, anche se si attende l’esame autoptico, «non si può sottacere l’assenza di elementi lesivi esterni riconducibili alla volontà di terzi». Circostanza, questa, che allontana l’ipotesi che Roberto possa essere stato aggredito (o per esempio investito) e poi buttato in acqua. In ogni caso, se si esclude una fine violenta, non rimane che valutare la possibilità di un incidente o il suicidio.