Tinn, l’azienda che cresce investendo su se stessa
«Unindustria», magazine di Confindustria Teramo, ha intervistato Cesare Zippilli, amministratore delegato della società teramana produttrice di software per gli enti pubblici locali. Tredici anni fa, quando l’azienda era in difficoltà, furono lui ed altri cinque dipendenti a prendere in mano il futuro della Tinn. Da allora è stata una continua crescita.
Cesare Zippilli, amministratore delegato della Tinn Srl. Quando è nata l’azienda?
«TINN si costituisce nel 1998, ma il vero start-up dell’azienda avviene ad inizio del 2000, con l’avvento di una nuova composizione sociale ed un management tutto interno all’azienda. Insieme a me i soci dell’azienda sono Lamberto Di Francesco, Concezio Di Flavio, Carlo Di Musciano, Vito Termini e Pasquale Lovino, con i quali ci siamo fatti carico di prenderci sulle spalle questa società, e abbiamo iniziato a gestirla. Siamo insomma diventati imprenditori per necessità».
Che ruoli avevate quando avete preso in mano le redini dell’azienda?
«Ruoli operativi ma non di direzione».
Di cosa si occupava e si occupa la Tinn?
«Ha sempre sviluppato software per la gestione degli enti pubblici locali. In Abruzzo siamo oggi la realtà più grande per quanto riguarda la produzione software. Oltre la metà degli enti pubblici abruzzesi utilizza software della TINN. In Italia abbiamo un installato di 600 clienti. Siamo presenti in quasi tutte le regioni italiane e ci collochiamo, nel nostro segmento, tra i primi produttori a livello nazionale e tra i pochi che possano definirsi significativi».
È un campo difficile il vostro?
«Molto. Ed è tutto basato sull’innovazione. Occorre adeguare costantemente e continuamente le tecnologie e le funzionalità applicative, pena l’uscita dal mercato. Un esempio è il Comune di Teramo, ente d’eccellenza nel campo dei servizi ICT sia di back-office interno che di front-office per i cittadini e le imprese. All’interno del portale, grazie ai nostri software, ci sono molti servizi legati al back-office: i cittadini possono individuare tramite il portale in quale ufficio si trova il proprio documento protocollato, i dipendenti consultare il proprio cedolino, i fornitori possono vedere lo stato d’avanzamento dei propri pagamenti, eccetera… ».
Fate investimenti consistenti sull’innovazione?
«Non ci fermiamo né potremmo, altrimenti scompariremmo naturalmente dal mercato. Tra il 2009 e il 2010 abbiamo lanciato un piano strategico definito “TINN 2020” che immagina già come sarà il mercato dell’informatica nel 2020, quando dovrebbe avvenire il definitivo passaggio al cosiddetto Cloud. E in questo orizzonte già stiamo facendo investimenti».
Qual è il vostro ritmo di crescita?
«La crescita è costante, in termini di clienti e di fatturato. Quando abbiamo preso in mano l’azienda, il fatturato in lire era di due miliardi e mezzo l’anno di cui meno di un milione di fatturato cosiddetto “buono”, dato cioè non dalla sola rivendita di prodotti di terzi. Oggi il fatturato da rivendita è del 5%, mentre quello complessivo è di due milioni e mezzo di euro. Insomma, quasi tutto il nostro fatturato deriva da canoni di manutenzione, vendita delle licenze d’uso e servizi sui nostri applicativi o formazione negli enti mentre l’attività di compravendita di prodotti di terzi è ormai marginale».
Quanti dipendenti avete?
«Quasi 45 dipendenti, per la quasi totalità laureati. Molti di loro provengono anche dall’Università di Teramo o sono teramani che lavoravano fuori, a Milano, Torino, Roma, e sono tornati qui. Siamo riusciti ad invertire la “fuga dei cervelli”. Un altro dato importante è che chi lascia la nostra azienda lo fa per costituire un’altra azienda. Lo dico per sottolineare il fatto che la TINN punta sull’alta professionalità dei propri dipendenti e sulla valorizzazione del know-how, che è anche una ricchezza del territorio».
Obiettivi per il futuro?
«L’obiettivo principale è continuare a crescere, cosa che può passare anche attraverso l’acquisizione di aziende più piccole che in questo momento non hanno le risorse per crescere. Da tenere conto che la TINN ha sedi anche a Roma e a Bari e società controllate da noi a Milano, in Sicilia e nelle Marche che sono i nostri rivenditori nelle aree di competenza».
La sfida, in tempi di crisi, qual è?
«Non disperdere le risorse a disposizione ma continuare ad investirle nell’azienda, questo è il nostro segreto. L’azienda non è funzionale all’arricchimento dell’imprenditore ma è una risorsa del territorio».
Nicola Catenaro
(Da “Unindustria”, magazine di Confindustria Teramo, n. 48 marzo 2013)