Tarullo, un talento abruzzese tra folk-rock e blues
Un cantautore italiano che coniuga canzoni abruzzesi a sonorità folk-rock e blues. Lui si definisce così, ma Adriano Tarullo, talento musicale abruzzese ancora (purtroppo) poco conosciuto, è molto di più.
Tarullo sorprende piacevolmente, oltre che per la consolazione e il piacere che offre la sua musica, anche per la quantità di riferimenti presenti nelle tredici tracce contenute nel suo ultimo disco “Anch’io voglio la mia auto blues”, partorito tra il ventre lacustre della sua Scanno e i rari pub che spuntano tra il verde e i deliziosi borghi del Parco nazionale d’Abruzzo.
Solo per citare alcune delle innumerevoli sensazioni che ci ha regalato, possiamo dire che nelle sue canzoni c’è l’eco della migliore tradizione dei cantautori italiani, quella tra i Settanta e gli Ottanta…
…Tanto che in lontananza – ed eccoci a fare qualche panegirico che il protagonista di questa recensione odierebbe – sembra di sentire il De Gregori di “Buffalo Bill” e tra le pieghe degli accordi, a volte, sembra che faccia l’occhiolino Paolo Conte.
C’è dell’altro. C’è il miglior blues che un abruzzese abbia mai suonato, con la forza e la poesia (gentile) di una terra piena di fascino, mistero e storie. L’Abruzzo che nessuno ha mai osato accostare alla tristezza/bellezza delle terre e dei ricordi di chi raccoglieva cotone cantando e suonando i primi rudimenti della musica nera per eccellenza.
C’è di più. C’è anche il recupero della tradizione musicale abruzzese, come avviene in Lamenti, Cimirose e Canto di Mietitura di cui il Nostro propone una personale rielaborazione con arrangiamenti inediti.
C’è il rock delle montagne, il rock della memoria e della nostalgia, quel rock ubriaco, mistico e lisergico che un giorno ho ascoltato, dalle parti di Castelnuovo al Vomano (Teramo), dalla viva voce e musica dei Flor de Mal, indimenticabile band siciliana attaccata alle tradizioni come Tarullo.
E infine c’è ancora qualcosa da dire: Adriano Tarullo non è solo un autore e un musicista degno del massimo rispetto e della massima attenzione; è anche un chitarrista eccellente, come lo era il suo conterraneo d’Abruzzo Ivan Graziani, capace di rimandare con la memoria alle prodezze acustiche del Jimmy Page di “Led Zeppelin III”. Piacevole, piacevolissimo diremmo, lasciarsi trasportare dalle sue note…
Un disco, un’arte, da non perdere.
Vai al sito di Adriano Tarullo e scarica le sue canzoni
Nicola Catenaro
bravo, adriàààà
ernesto
20 Giu 2013 alle 11:41 edit_comment_link(__('Modifica', 'sandbox'), ' ', ''); ?>