Se la passione per le spazzole fa crescere l’azienda
Lorenzo Dattoli, ingegnere, amministratore unico di Carbotech Srl, azienda con sede a Martinsicuro che produce spazzole per motori elettrici, può vantarsi di aver tagliato il traguardo dei quarant’anni con una posizione di tutto rispetto nel mondo dell’imprenditoria teramana e abruzzese.
Le continue conferme del successo dell’azienda sono recenti, la sua storia viene invece da lontano. Carbotech è il risultato di un’esperienza imprenditoriale nata nel 1965 con il nome di Elettrolitica del Basso Nera. Acquisita dal gruppo inglese Morgan Crucible nel 1972 e ceduta nel 2004 al gruppo statunitense Energy Conversion Systems…
…, l’azienda, grazie all’acquisizione di tutte le quote da parte di Dattoli, all’epoca amministratore delegato della ECS Italia, si stacca dal gruppo (le cui aziende nel resto del mondo falliranno poco dopo con l’insorgere della crisi a livello globale) e si rinnova nel febbraio del 2009 con la nascita di una nuova realtà che, l’anno successivo, prende il nome di Carbotech. Ad oggi l’azienda annovera tra i suoi clienti nomi prestigiosi quali Brose, Bosch, Prestolite, Bühler, Johnson Electric e altri.
Ingegner Dattoli, di cosa si occupa esattamente Carbotech?
«Carbotech produce spazzole per motori elettrici rivolte sia al modo automotive sia al mondo consumer. Nel primo caso parliamo di spazzole per starter, alternatori, finestrini elettrici, tergicristalli. Nel secondo caso, invece, si tratta di spazzole sia per aspirapolvere, lavatrici, condizionatori sia per i power tools, ad esempio trapani elettrici, svita-avvita, seghe elettriche. Dovunque c’è un motore elettrico, riusciamo a portare all’interno il nostro prodotto deputato a trasformare l’energia elettrica in energia di moto».
Qual è il fatturato di Carbotech e quanti dipendenti ha?
«Il nostro fatturato è attualmente di circa dodici milioni di euro. I dipendenti, tra diretti, indiretti e somministrati, sono circa ottanta. L’82% del nostro fatturato deriva principalmente dall’export. Esportiamo dovunque ci siano produttori di motori elettrici, ad esempio in America, Cina, India e altri paesi asiatici, Turchia, Africa e, in Europa, principalmente in Germania».
Quando ha rilevato le quote dell’Ecs, che fatturato aveva l’azienda e quali strategie ha usato?
«Nel 2009 avevamo un fatturato di circa 5 milioni e mezzo di euro. Dal 2009 al 2013 siamo passati a un fatturato di dodici milioni di euro. Quello che è accaduto è molto semplice. Abbiamo scelto di consolidare il legame con i clienti esistenti e, contemporaneamente, andare a cercarne di nuovi».
Quante spazzole producete?
«Oggi produciamo circa duecento milioni di spazzole all’anno. Prevediamo nel 2014 di arrivare a 220-230 milioni di spazzole».
Come fate a crescere?
«Investiamo continuamente in nuovi macchinari e in ricerca e sviluppo, proponendo prodotti sempre all’avanguardia, il che significa cercare di fare spazzole sempre più resistenti e sempre meno rumorose. Inoltre abbiamo un’attenzione molto elevata all’impatto ambientale dei nostri prodotti. Crescere per noi significa anche cercare nuovi clienti, facendo conoscere meglio i nostri prodotti, e ottimizzando la catena di produzione abbassando i costi grazie all’automazione ma mantenendo molto alta la qualità».
Come guardate alla crisi?
«Siamo molto fieri di riuscire a contrastarla investendo costantemente nell’automazione industriale. Basti pensare che, nonostante la crisi, riusciamo ad esportare persino in Cina».
Di cosa avrebbero bisogno le aziende italiane?
«Semplificazione. Ogni cosa qui è una battaglia. Le aziende in Italia non riescono a crescere perché hanno troppi ostacoli».
Nicola Catenaro
Intervista pubblicata sul magazine “Unindustria” n. 51 del mese di febbraio 2014