Pescara, famiglia si trova in valigia due chili di droga
Se avesse saputo che il marito portava con sé oltre due chili di marijuana del valore di venticinquemila euro, avrebbe perlomeno cacciato un urlo e trasmesso il panico all’intera famiglia. Invece, dopo aver notato che la valigia nera trasportata dal coniuge era lievemente diversa da quella a cui era abituata, si è limitata ad esternare i suoi dubbi agli altri e punto. Un attimo di esitazione e la coppia di Pescara, con due figli e suocera al seguito, ha pensato bene di tornare indietro sui propri passi e di comunicare il disguido all’autista e al personale della Di Carlo Bus di San Salvo, ditta che effettua il collegamento tra l’aeroporto di Fiumicino, la stazione Tiburtina di Roma e quella di Pescara. Solo in questo modo si è scoperto cosa nascondesse realmente il contenitore e sono scattate quindi le indagini che, però, ancora oggi, sono senza soluzione.
Teatro della scena, sabato scorso, alle 16.45, è la stazione di Pescara. La famiglia, di ritorno dalla Capitale dove ha assistito a un concerto di musica classica in cui si esibiva un parente, scende dall’autobus a due piani ed è impaziente di tornare a casa. Il papà preleva dal vano bagagli le cinque valigie dei suoi (una per ciascun componente del nucleo familiare) e si avvia insieme a loro verso casa. Presto realizza però che quella valigia nera, l’ultima trovata nel portabagagli, non è di sua proprietà. È la moglie ad accorgersene: «Amore, quella non è roba tua. La tua borsa da viaggio ha un nastro rosa legato alle maniglie, non ricordi?». «Hai ragione, qualcuno ha preso la mia valigia lasciando la propria sul pullman». La famiglia contatta l’autista del bus ma nessuno si fa vivo per reclamare il bagaglio. Così decide di rivolgersi all’Ufficio Oggetti Smarriti del Comando della Polizia municipale di Pescara, in via del Circuito, per rimediare all’errore e cercare di rientrare in possesso delle proprie cose. Si scopre così che, nella borsa scambiata al terminal bus, quasi identica all’altra, ci sono due chili di marijuana confezionati sottovuoto in una busta di cellophane per alimenti. Droga purissima e di ottima qualità, come attestano i tecnici di laboratorio dei carabinieri di Chieti, e di sicura provenienza nord-africana. La merce era riposta insieme ad alcuni indumenti: un pantalone da uomo, un maglione, un paio di ciabatte.
L’inchiesta per scoprire a chi fosse destinato il non comune quantitativo di droga è coordinata dal pm Paolo Pompa ed è condotta dal Nucleo di Polizia Giudiziaria della Polizia municipale di Pescara. Sono state già acquisite le immagini di due telecamere alla stazione di Pescara, ma non risultano sospetti. Al vaglio degli inquirenti anche l’elenco degli ottanta passeggeri a bordo del pullman, anche se non si esclude che il bagaglio abbia viaggiato senza passeggero in attesa che qualcuno, all’arrivo, lo ritirasse. Le indagini, portate avanti dal maggiore Matteo Silvestris, responsabile del servizio di sicurezza del consumatore della polizia municipale, procedono a tutto campo ma non sarà facile individuare il possessore della valigia. I filmati delle telecamere in funzione non hanno consentito infatti di riprendere i passeggeri né mentre scendevano dal mezzo né quando ritiravano i bagagli. Un episodio da non sottovalutare per l’assessore comunale al commercio, alla sicurezza e alla polizia municipale Giovanni Santilli: «Il rinvenimento – si legge nella nota diffusa successivamente alla scoperta – è assolutamente preoccupante perché evidentemente si trattava di materiale destinato al mercato pescarese, il che impone di alzare il livello d’attenzione».
Nicola Catenaro