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Messe e fiori per l’anonimo che nessuno riconobbe
Era un giovane di circa trentacinque anni, statura media, capelli ricci e neri. Indossava una giacca verde a quadri taglia 48 e portava scarpe numero 42. Non aveva soldi né documenti addosso. Nel portafogli, solo un piccolo pettine e un santino della Madonna di Loreto. La sua vita è finita sotto le ruote di un treno una domenica pomeriggio di quindici anni fa, intorno alle 14, sulla linea ferroviaria Ancona-Pescara, nei pressi di Roseto degli Abruzzi.
Pioveva a dirotto e il recupero della salma fu piuttosto complesso. Disgrazia o suicidio? L’interrogativo è ancora aperto. Certo è che la sua identità (il viso era completamente sfigurato) è rimasta ignota e nessuno ha mai reclamato il suo corpo. C’è tuttavia chi, pur non avendolo mai conosciuto, ha fatto apporre una lapide sulla sua tomba e da quindici anni gli porta fiori freschi e fa dire messe in sua memoria.