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Esce per buttare i rifiuti e gli sparano in testa
Soltanto grazie a una Tac si è scoperto che aveva un proiettile nel cranio. Non è stato dunque un aneurisma, come sospettato all’inizio dai soccorritori, a provocare l’emorragia. Qualcuno gli ha sparato un colpo di pistola alla testa in strada mentre buttava la spazzatura nel cassonetto. Un motivo, apparentemente, non c’è.
È un vero mistero quello che ruota intorno al ferimento di Carlo Pavone, 42 anni, imprenditore del settore informatico , incensurato e senza problemi economici, attualmente ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Pescara, in rianimazione. L’uomo è stato trovato mercoledì sera verso le 21.15, in viale De Gasperi, a Montesilvano.
Vasto, trovata morta in casa con le mani legate
Stesa sul lettino in cucina, con il volto tumefatto, un fazzoletto in bocca per evitare che gridasse e le mani legate. L’hanno trovata così, Michela S., 73 anni, ormai priva di vita, all’interno della casa in cui viveva alla periferia nord di Vasto, in una zona poco frequentata della località abruzzese. A fare la macabra scoperta, intorno alle 8,30 di mercoledì mattina, è stato il fratello Antonio, il quale abita a poche centinaia di metri di distanza. Allarmato per non aver ricevuto notizie da lei e per aver trovato chiuso il cancello d’ingresso all’edificio, ha subito avvertito i vigili del fuoco. Mentre questi cercavano di aprire il cancello, l’uomo ha raggiunto da solo il primo piano con una scala esterna e, dopo aver rotto la finestra, è entrato in casa trovando la sorella in quelle condizioni e l’appartamento a soqquadro.
Sul posto sono arrivati i carabinieri della stazione locale e il procuratore della Repubblica di Vasto, Francesco Prete, insieme ai sostituti procuratori Enrica Medori e Giancarlo Ciani, al medico legale Pietro Falco e alla polizia scientifica.
«Straccia, nulla fa pensare a una fine cruenta»
«Ad un primo esame non c’è nulla che lasci presagire una fine cruenta». A parlare è il capitano Eugenio Stangarone, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Pescara, rispondendo indirettamente a chi pensa che Roberto Straccia – lo studente marchigiano di 24 anni il cui corpo, a distanza di 24 giorni dalla scomparsa, è stato trovato il 7 gennaio sulla costa barese – sia stato aggredito e ucciso da qualcuno. L’indagine, sottolinea Stangarone, non esclude alcuna pista. Tuttavia, anche se si attende l’esame autoptico, «non si può sottacere l’assenza di elementi lesivi esterni riconducibili alla volontà di terzi». Circostanza, questa, che allontana l’ipotesi che Roberto possa essere stato aggredito (o per esempio investito) e poi buttato in acqua. In ogni caso, se si esclude una fine violenta, non rimane che valutare la possibilità di un incidente o il suicidio.