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Stupro di gruppo, quattro indagati
«Stuprata selvaggiamente da uno o più uomini che volevano provare una pratica estrema». È questa una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti che stanno cercando di dare una spiegazione all’episodio di presunta violenza accaduto nella notte tra sabato e domenica, all’uscita della discoteca Guernica, nel comune di Pizzoli. Vittima una ragazza ventenne di Tivoli che studia all’università dell’Aquila.
Nel frattempo sono già trapelate le prime indiscrezioni a proposito dell’iscrizione sul registro degli indagati dei quattro giovani sospettati a vario titolo del grave fatto. Innanzitutto il giovane militare campano, appartenente al 33° Reggimento artiglieria dell’Aquila, che è stato trovato vicino al punto in cui la studentessa giaceva svenuta e che ha ammesso l’atto sessuale dicendo però che lei era consenziente, quindi altri due commilitoni, uno campano e l’altro aquilano, e infine la fidanzata di quest’ultimo. L’età dei quattro oscilla tra i 20 e i 22 anni.
Quelle ruspe mai arrivate a L’Aquila
Sei mezzi per lo sgombero e la rimozione delle macerie, donati dalla Fiat alla Protezione civile a maggio del 2009, non sono mai arrivati a l’Aquila o nei territori colpiti dal terremoto. E nessuno sa ufficialmente dove si siano fermati (o siano stati “temporaneamente” parcheggiati) nel tragitto che da Torino li doveva portare in Abruzzo. Di questi mezzi per il movimento terra (un escavatore cingolato, un escavatore gommato, un miniescavatore, una pala gommata, una minipala compatta e un sollevatore telescopico, valore totale circa 860 mila euro) si sarebbe forse persa memoria se non fosse arrivata la denuncia del Conapo (il sindacato dei vigili del fuoco) dell’Aquila che, in una lettera indirizzata al responsabile di Case construction equipment (l’azienda del gruppo Fiat che ha donato le macchine) e inviata per conoscenza alla Protezione civile, al commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi e allo stesso Dipartimento nazionale dei vigili del fuoco, lamenta il mancato perfezionamento dell’operazione.
L’Aquila, in sei in un bilocale (con i topi)
In fuga dai topi. La storia di Elvis, 44 anni, un infarto alle spalle e altri problemi di salute in corso, è una storia di ordinario orrore, oggi, a L’Aquila, a due anni e mezzo dal terremoto. Elvis vive con la moglie Rita, 43 anni, due figli di diciassette e diciotto anni, la compagna di uno di questi e il bimbo di otto mesi della giovane coppia, a Monticchio, una frazione del capoluogo nelle vicinanze di Onna. In sei in un bilocale di appena 55 metri quadrati.
Abita qui da quando, cinque anni fa, ha occupato abusivamente uno dei 72 appartamenti di un imponente e malmesso casermone dove, in seguito al terremoto, sono arrivati la muffa e i topi. Ratti, più che semplici topi, grandi e aggressivi. Per stessa ammissione dell’Ater, intervenuta con la Asl già una prima volta ma, almeno finora, con esito parziale.
Il terremotato senza casa perchè single
Abitare in una baracca può voler dire vivere all’inferno se la baracca misura appena otto metri quadrati ed è priva di servizi igienici, energia elettrica e riscaldamento. Ne sa qualcosa Renzo Gambaro, 67 anni, manovale in pensione e agricoltore per passione. Dal 6 aprile 2009, quando la sua Paganica (una delle frazioni più colpite dal terremoto dell’Aquila) fu scossa dalle viscere, quest’uomo accogliente e sorridente non si è mai arreso né ha mai pensato di abbandonare il luogo dove è cresciuto in cambio dei comfort di un anonimo albergo sulla costa. Da due anni vive, appunto, in una baracca. A circa 800 metri di altezza e ad un chilometro dal centro, semidistrutto e in parte ancora pericolante. In attesa di una sistemazione vera, che si tratti di Map o progetto Case non importa.
Verità e macerie dell’Aquila al Salone di Torino
La ventiquattresima edizione internazionale del Salone del libro di Torino a Lingotto Fiere ospiterà sabato 14 maggio, alle ore 12, nella sala Regioni, un dibattito a due anni dal terremoto de L’Aquila. L’occasione è data dalla presentazione di due libri: “Le verità del terremoto” di Francesco Sidoti (editore La libreria Benedetti) e “Macerie dentro e fuori” di Umberto Braccili (editore Avus 6 aprile 2009).
Sarà l’occasione per ripercorrere i giorni che hanno preceduto il sisma e il dramma di tante famiglie dopo la scossa delle 3.32. Discuterà intorno alle tesi portate avanti nei due libri il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli.
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Sette modelle per il rilancio del Fucino
Sette modelle per il rilancio del polo ortofrutticolo nell’altopiano del Fucino. Questa l’idea del fotografo Antonio Oddi, con la produzione di 4000 cartoline, per convincere i giovani che il lavoro nei campi non è denigrante.
Fucino “regge” grazie alla manodopera di numerosi extracomunitari e se non fosse per loro la raccolta manuale di determinati ortaggi, insieme alle attività di decapazione post raccolta, sarebbe cessata già dieci anni fa.
Torna a Cocullo l’antichissimo rito dei serpari
Come da tradizione si rinnova stamattina l’antichissimo rito dei serpari di Cocullo (L’Aquila) che si ripete da tempi immemori ogni primo giovedì di maggio.
In questa occasione il piccolo centro di Cocullo, paese in provincia de L’Aquila arroccato su un colle nel mezzo della Valle del Sagittario al confine con la Marsica, si riempie di migliaia di visitatori, giornalisti e fotografi, provenienti da tutte le parti del mondo per assistere alla suggestiva cerimonia.
«Gli italiani non dimenticheranno L’Aquila»
«Gli aquilani non devono avere paura di essere dimenticati perché per fortuna la coscienza civica del nostro paese e degli italiani non è al di sotto del dovere del ricordo e della vicinanza».
Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a L’Aquila dove ha partecipato alla messa in ricordo delle vittime del terremoto del 6 aprile 2009 nella basilica di Santa Maria di Collemaggio.
«Occhi aperti sulla tragedia dell’Aquila»
Gli organi di informazione devono continuare ad avere gli occhi aperti sulla tragedia dell’Aquila, una città ancora tutta da ricostruire, evitando di trasformare le macerie in un set.
È il monito che la Federazione Italiana della Stampa lancia alla vigilia del secondo anniversario del terremoto del 6 aprile 2009 che causò 309 morti, circa duemila feriti, e distrusse l’economia e il patrimonio architettonico dell’Aquila e di altri 53 paesi.
Una legge per far risorgere il capoluogo d’Abruzzo
Ci sarà tempo fino al 6 marzo per firmare la proposta di legge di iniziativa popolare per la ricostruzione dell’Aquila. Sono state raccolte già ventimila firme, ma ne servono cinquantamila.
E’iniziata il 27 febbraio e si concluderà il 6 marzo la settimana di mobilitazione per L’Aquila. In questi giorni in molte piazze d’Italia sarà possibile apporre la firma alla proposta di legge di iniziativa popolare scritta dai cittadini abruzzesi.
Il testo rappresenta un vero e proprio esercizio di democrazia, dal momento che alla sua stesura hanno partecipato centinaia di persone.