Archivio per la parola chiave ‘pescasseroli’
Orso marsicano, cuccioli-speranza nel Parco
Dieci mesi fa si parlava di rischio estinzione, oggi per l’orso marsicano i tempi sono cambiati e sembra essere tornato il sereno. Le buone notizie arrivano dalle ultime operazioni di censimento delle femmine con piccoli, iniziate alcuni giorni fa dal Parco nazionale d’Abruzzo nell’ambito del progetto Life Arctos: sono stati contati otto nuovi cuccioli e probabilmente si arriverà a undici se sarà confermato l’avvistamento di tre orsetti sui rilievi delle Mainarde, tra le province di Frosinone e Isernia.
Gli otto cuccioli di cui si ha finora certezza sono al seguito di quattro femmine, delle quali due sono diventate mamme per la prima volta. Anche se le orse non partoriscono tutti gli anni e quindi possono esserci periodi più prolifici di altri, gli esperti dicono che questa è «un’annata eccezionale». Il censimento proseguirà fino a metà settembre, dunque il quadro potrebbe migliorare. Niente a che vedere, in ogni caso, con il minimo storico raggiunto nel 2011, con soli tre cuccioli avvistati. Un annus horribilis, quello passato, che fece registrare anche l’aumento della mortalità dell’orso per cause riconducibili all’uomo.
Orso bruno marsicano a rischio estinzione
Stare alla larga dall’uomo. Sembra essere l’unica reale possibilità di sopravvivenza dell’orso bruno marsicano, specie sempre più a rischio estinzione. L’ultima vittima è stata una femmina, investita all’inizio di maggio da un’auto lungo la provinciale 83, nei pressi di Pescasseroli. I suoi tre cuccioli, che hanno circa 16 mesi di vita e sono già stati svezzati, vengono sorvegliati a distanza dagli operatori del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Parola d’ordine: lasciare in pace gli animali.
Quello di mamma orsa non è l’unico caso, in tempi recenti, di morte violenta di un ursus arctos marsicanus. Ad aprile, la carcassa di un plantigrado adulto è stata trovata dagli uomini della Forestale a Villa Scontrone. Sotto un bel mucchio di terra e calce. Il trend di mortalità per cause antropiche è drammaticamente stabile.