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Lo votano anche da morto e arriva al ballottaggio
Il candidato sindaco è morto, stroncato da un infarto due settimane prima delle elezioni, ma viene premiato ugualmente dagli elettori con 3.255 voti e il 21,8% per cento dei consensi. È accaduto a Sulmona, dove si è piazzato secondo e sarebbe andato al ballottaggio Fulvio Di Benedetto, ingegnere molto conosciuto e molto amato in città, accasciatosi a terra e deceduto il 15 maggio nel corso di un drammatico incontro pubblico con gli altri candidati, se le regole in questo caso non favorissero il terzo classificato.
La norma, per i Comuni sopra i quindicimila abitanti, non prevede infatti il rinvio del voto in seguito alla morte di uno dei concorrenti alla carica di sindaco. E Sulmona, la città di Ovidio, che con i suoi 25.170 abitanti è il terzo comune più popoloso della provincia dell’Aquila e il nono della regione Abruzzo, non ha fatto eccezione.
Folk d’Abruzzo, vola negli Usa la poesia dei DisCanto
Sembra quasi di vederli, i boscaioli di Villavallelonga, camminare verso casa cantando “L’aria alla Villa è l’aria fina, bbiate a chi ce sta, chi la respira. I ttrune, i ttrune anè, bbiate a chi ce sta, chi la respira” (“L’aria alla Villa è aria fina, beato chi ci sta, chi la respira. E tuona, tuona, beato chi ci sta, chi la respira”), rassicurando il proprio amore a chi li sta aspettando. O le donne di Cupello battersi il petto cantilenando “Mare maje”, “povera me”, con melodie che ricordano quelle balcaniche, ereditate dall’invasione turca del XV secolo: melodie che si ritrovano anche nel terzo movimento della prima sinfonia di Malher, autore attento alle tradizioni popolari di quell’area. Filastrocche, ninne nanne e canti d’amore della tradizione contadina abruzzese sono nel repertorio del terzo millennio del gruppo sulmonese di musica etnica abruzzese “DisCanto”.
A Sulmona l’asta dei “corpi di reato”
Centosessantotto corpi di reato, confiscati in 27 anni di lotta alla criminalità, sono andati all’asta a Sulmona, in provincia dell’Aquila. Tra gli oggetti in vendita, c’era anche un perfetto «kit da scasso»: martello, mazzuola, mazza in ferro, scalpello, punteruolo e leva in ferro o «piede di porco» che dir si voglia. Un set da far invidia ad Arsenio Lupin (con le opportune distinzioni del caso in favore dell’elegante ladro gentiluomo nato dalla penna di Leblanc) appartenente di sicuro a qualche professionista del furto attivo in Abruzzo negli anni Novanta. Il costo dell’attrezzatura? Appena 7 euro.
Un affare, se si considera che è ancora in buono stato e può essere utilizzata per scopi finalmente leciti. L’esecuzione di questi e altri beni è avvenuta martedì 13 settembre in tribunale, a cura dell’ufficio corpi di reato.